Le imprese hanno l’obbligo di dotarsi di adeguati assetti organizzativi. Tale vincolo costituisce un fulcro fondamentale nel contesto del sistema di early warnings funzionale al rapido rilevamento di una crisi di impresa. La ratio dell’intera disciplina è da riscontrare nell’utilità sociale ed economica di una tempestiva ed efficace azione di risanamento aziendale utile a scongiurare la perdita della continuità aziendale e, dunque, un danno per tutto il sistema economico.
Diventa fondamentale, pertanto, capire in che modo agire in caso di crisi aziendale e, ancor prima, cosa deve fare l’imprenditore per evitare che una momentanea condizione di difficoltà possa assumere i connotati di una crisi aziendale o, ancor peggio, di insolvenza.
Cosa deve fare l’imprenditore in crisi
In seguito alla pubblicazione del D. Lgs. n. 83 del 17 giugno del 2022, è entrato in vigore dallo scorso 15 luglio il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, in virtù del quale sono state previste delle novità a proposito degli obblighi che spettano agli imprenditori in crisi.
In particolare, gli imprenditori individuali hanno l’obbligo di mettere in atto delle misure che permettano di rilevare in maniera immediata lo stato di crisi, così da assumere le iniziative indispensabili per fronteggiarlo.
D’altro canto, gli imprenditori collettivi sono tenuti a ricorrere a un assetto che sia adeguato, dal punto di vista organizzativo, secondo quanto previsto dall’articolo 2086 del codice civile, affinché lo stato di crisi possa essere rilevato in modo tempestivo e si possano assumere tutte le iniziative del caso.
Nella categoria degli imprenditori collettivi rientrano, fra l’altro, i consorzi con attività esterna e le società di capitali e di persone.
Gli obiettivi
Lo scopo deve essere quello di rilevare gli squilibri di natura finanziaria, di carattere economico e di tipo patrimoniale, in funzione delle particolari caratteristiche dell’azienda e dell’attività imprenditoriale che viene effettuata dal debitore. Al tempo stesso, si tratta di verificare la sostenibilità dei debiti.
Il nostro ordinamento prevede che vengano messe a disposizione delle aziende in difficoltà strumenti nuovi, così da contrastare il manifestarsi di situazioni di crisi, ma anche di fronteggiare e risolvere le situazioni di squilibrio patrimoniale ed economico che sembrano reversibili anche se confermano il sussistere di uno stato di insolvenza o di una crisi.
La segnalazione
Il dovere della segnalazione
Il legislatore indica che l’organo di controllo societario è tenuto a comunicare all’organo amministrativo per iscritto l’esistenza dei presupposti necessari a presentare la richiesta di fruizione della composizione negoziata.
Si tratta di un obbligo vero e proprio a fronte dei presupposti di crisi, i quali devono essere rilevati in maniera tempestiva dall’organo di controllo.
Tale dovere di segnalazione va ad integrare l’obbligo di costituzione, da parte dell’imprenditore, di assetti adeguati secondo il novellato articolo 2086 del codice civile.
Come deve essere effettuata la segnalazione
È necessario che la segnalazione sia effettuata per iscritto e soprattutto che sia motivata.
Lo stesso dicasi le attività che gli amministratori intendono assumere in relazione ai temi indicati dall’organo di controllo.
È necessario che il riscontro alla segnalazione proveniente dall’organo di controllo da parte dell’ente gestore sia fornita entro un termine preciso, che i deve essere stabilita nella segnalazione, e che non può superare i 30 giorni.
Ciò non vuol dire che entro tale scadenza i problemi finanziari debbano essere risoluti in maniera compiuta, ma è sufficiente che vengano individuati i correttivi e le soluzioni potenziali a superare la crisi.
Sei anche tu un imprenditore in crisi e hai bisogno di assistenza? Rivolgiti allo Studio D’Antuono per sapere come adempiere agli obblighi imposti dalla legge.