Il Nuovo codice della crisi di impresa ha individuato alcuni segnali di allarme che inducono a identificare una situazione di crisi. Si tratta, in particolare:
- dell’esistenza di una esposizione debitoria (o anche più di una) verso i creditori pubblici come l’Agenzia delle Entrate, l’Inail, l’Inps o l’Ader;
- dell’esistenza di debiti nei confronti dei fornitori che siano scaduti da 90 o più giorni il cui importo sia più elevato rispetto a quello dei debiti che non sono scaduti;
- dell’esistenza di debiti per le retribuzioni che siano scaduti da 30 o più giorni il cui ammontare corrisponda a più del 50% del totale mensile delle retribuzioni;
- dell’esistenza di esposizioni verso le banche o intermediari finanziari diversi che siano scadute da oltre 60 giorni o che da almeno 60 giorni abbiano superato la soglia degli affidamenti nel caso in cui rappresentino non meno del 5% delle esposizioni.
- dell’esistenza di esposizioni verso altri creditori pubblici qualificati come indicate dall’art. 25-novies, comma 1, C.C.I.I.
Le novità del codice
Per superare una situazione di difficoltà è importante verificare quali siano le cause di una crisi aziendale.
La novità più importante introdotta dal nuovo codice attiene alla circostanza che la crisi viene ritenuta un fenomeno fisiologico nel contesto della vita di un’azienda.
Non a caso non si fa più riferimento al fallimento ma si parla di liquidazione giudiziale, anche per far venire meno qualunque tipo di connotazione negativa relativa a un discredito morale o personale dell’imprenditore che non è solvente.
Il nuovo contesto normativo apporta una sostanziale modifica all’approccio della vecchia legge fallimentare ritenendo prioritaria la salvaguardia del complesso aziendale.
Formato da 391 articoli, il Nuovo codice della crisi di impresa e dell’insolvenza giunge a riscrivere l’intera disciplina delle procedure concorsuali e di sovraindebitamento, prendendo così il posto del regio decreto n. 267 del 16 marzo del 1942 e sostituendosi alla legge n. 3 del 2012 che disciplinava la composizione della crisi da sovraindebitamento.
La crisi
In un simile contesto la crisi viene definita come uno stato di difficoltà dal punto di vista finanziario ed economico tale da aumentare la probabilità di insolvenza del debitore; essa si traduce nella inadeguatezza dei flussi di cassa a fronteggiare le obbligazioni programmate.
Lo scopo della riforma è quello di favorire una precoce diagnosi della condizione di difficoltà delle aziende impedendo che, un eventuale ritardo nella valutazione dei segnali di crisi, porti a una situazione di decozione irreversibile.
È in tale prospettiva che si fa ricorso ai sistemi di early warning, la cui finalità è quella di agevolare il rapido manifestarsi della crisi, in una ottica di risanamento.
Il sistema di allerta
Il sistema di allerta rappresenta il fulcro della riforma della crisi di impresa oggi vigente. Si tratta di un meccanismo di segnalazione veloce che intende, sulla base di una precoce diagnosi, intercettare in modo precoce la crisi.
In base al nuovo codice della crisi, nel caso in cui l’impresa incontri delle difficoltà, è compito del singolo imprenditore attivarsi in tempi rapidi per individuare e mettere in atto una delle risorse messe a disposizione dall’ordinamento per superare la crisi e al tempo stesso ritrovare la continuità aziendale.
In particolare, la crisi di liquidità costituisce un tema molto importante per le aziende, e ha assunto una rilevanza ancora maggiore per effetto della pandemia da coronavirus.
La situazione di emergenza sanitaria, infatti, ha messo in risalto quanto il sistema imprenditoriale sia vulnerabile in proporzione agli eventi imprevedibili e imprevisti.
Gli imprenditori sono dunque chiamati a verificare la sostenibilità della continuità aziendale e dei debiti contratti.
Se hai bisogno di assistenza per la risoluzione di una crisi aziendale, contattaci: il team dello Studio D’Antuono è a tua disposizione per fornirti la consulenza di cui hai bisogno per superare ogni momento di difficoltà.