Non è quasi mai semplice individuare e definire con precisione le cause di una crisi aziendale, anche perché la dottrina aziendale non fornisce un’interpretazione unanime e condivisa in merito.
Il nuovo codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza fornisce, finalmente, una definizione di crisi d’impresa la quale, sinteticamente, viene individuata come una condizione di difficoltà dell’impresa, non ancora patologica, che può comportare il rischio di insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa a far fronte alle obbligazioni pianificate.
Perché un’azienda va in crisi
Le cause che sono alla base di una crisi di impresa possono essere di varia natura e, spesso, vengono distinte in cause endogene e cause esogene.
Le cause esogene alla base di una crisi d’impresa possono riscontrarsi in fattori macro economici ed eventi straordinari o settoriali indipendenti dai fattori aziendali come, ad esempio, un repentino cambiamento tecnologico, una riduzione della domanda di mercato o, ancora, la comparsa sul mercato di attori che vantano significativi vantaggi competitivi.
Per quel che riguarda le cause endogene, invece, le stesse possono riscontrarsi in una inefficienza di carattere organizzativo/produttivo, oppure essere di tipo strategico: si pensi, per esempio, ad errori che vengono compiuti dal management in fase di definizione del prodotto o del mercato.
Le Cause endogene possono inoltre distinguersi in:
- Finanziarie
- Dimensionali
- Competitive
Le cause finanziarie, si riscontrano, in genere, in una incapacità nel gestire, in maniera adeguata, il circolante commerciale e, quindi, la gestione delle scorte, l’incasso clienti, le condizioni di pagamento dei fornitori o, anche, un erroneo ricorso al finanziamento aziendale.
Le cause dimensionali, possono riscontrarsi in una certa rigidità nell’adeguare la capacità produttiva alle richieste del mercato.
Le cause endogene competitive, infine, hanno a che fare con l’incapacità da parte dell’azienda di riuscire a rimanere al passo con i concorrenti per mancanza di innovazione, per strategie di marketing inadeguate o per il costo dei fattori produttivi.
Le cause dell’insolvenza
Nella maggior parte dei casi, quando queste cause ricorrono simultaneamente, possono condurre l’azienda verso un vero e proprio stato di insolvenza che si traduce nella incapacità dell’impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.
Accade di frequente che le imprese non acquisiscano tempestivamente consapevolezza delle difficoltà che incontrano con il rischio di analizzare in modo distorto i primi segnali della crisi e di non essere in grado di intervenire tempestivamente con l’attuazione di correttivi idonei a salvaguardare il complesso aziendale.
Gli strumenti a disposizione degli imprenditori per la soluzione della crisi
L’entrata in vigore del Codice della Crisi, nel recepire nel nostro ordinamento direttive di natura comunitaria, ha riformato anche il Codice Civile introducendo un preciso obbligo dell’imprenditore il quale è tenuto ad adottare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura ed alle dimensioni dell’impresa.
Tali previsioni prendono atto delle necessità di far assumere all’imprenditore maggiore consapevolezza sull’andamento della propria azienda al fine di consentirgli di attuare tempestivamente gli strumenti a sua disposizione per la regolazione della crisi e dell’insolvenza.
È necessario che l’imprenditore sia in grado di attuare un modello organizzativo virtuoso che consenta di rilevare tempestivamente eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario e verificare la sostenibilità dei debiti e l’assenza di fattori che impediscano la continuità aziendale.
L’attuazione di modelli di controllo che consentano la tempestiva emersione della crisi è sicuramente il primo passo per la individuazione di una soluzione adeguata che sia in grado di salvare tutti gli interessi che ruotano attorno ad una impresa, primo tra tutti, la salvaguardia del complesso produttivo.